lunedì 12 gennaio 2009

GIFV - Il successo del golf grazie anche all'impiantistica

Nella rete sociale Facebook , tra gli “elementi pubblicati” nel “Gruppo” Glaciazione Italia Fotovoltaica, cliccando su www.megaupload.com (alla voce Tomo 1) il lettore può accedere alla consultazione del primo dossier del progetto GIFV, quello recante le linee guida dell’esperienza.
Oltre alla comparazione dei patrimoni di piste ghiaccio italiano e francese (vedi post di giovedì 8 Gennaio 2009), il suddetto testo contiene un paragrafo che, prendendo spunto dal raffronto, all’interno dei confini italiani, fra pattinaggio di figura e golf (discipline non di squadra), invita a riflettere in merito ad una, forse la principale, delle ragioni della crescita, sotto diversi aspetti, del giuoco e sport del golf. Nel graduale boom italiano di questi ultimi anni della sua pratica non c’è dubbio che i quasi 300 campi omologati dalla Federgolf hanno avuto un peso determinante. In altri termini intorno al golf si è sviluppata una economia reale (indotto diretto: industrie edili, di attrezzature ed accessori, dell’abbigliamento tecnico del settore; indotto indiretto: pubblicazioni, siti-web, tour operator…) che è cresciuta in modo esponenziale con quella del numero delle strutture e quindi del movimento dei praticanti a vari livelli (amatoriali ed agonistici). Da diversi anni intieri programmi di riqualificazione urbana soprattutto nel Centro-Sud della Penisola ruotano intorno alla realizzazione di impianti di golf (esempio quello relativo al basso Sulcis). Ed allora forse non è un caso se ad oggi l’unica candidatura alternativa a Gianni Petrucci alla presidenza del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) è quella di Franco Chimenti, riconfermato Presidente della Federazione Italiana Golf, disciplina sportiva che, tra l’altro, non è neppure inserita nel programma di gare dei Giochi Olimpici. Doti personali a parte, è da ritenersi che il boom simbiotico strutture-tesserati sia stato un elemento di valutazione non insignificante nella decisione.
Per concludere, la cartina al tornasole di quanto sopra ce la offre il secondo sport italiano, il nuoto, con le sue 6.045 piscine censite a tutto il 2003 dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel). Impianti natatori che, entrati ormai nel “patrimonio sociale” di una buona fetta dei circa 8.100 Comuni d’Italia, con le piste ghiaccio possiedono quale denominatore comune i significativi costi energetici di gestione.